Darwinia by Robert Charles Wilson

Darwinia by Robert Charles Wilson

autore:Robert Charles Wilson [Wilson, Robert Charles]
La lingua: eng
Format: epub
Tags: Fantascienza
editore: Hachette UK
pubblicato: 2010-11-24T23:00:00+00:00


CAPITOLO DICIANNOVESIMO

La primavera giunse presto, a Londra. Il disgelo degli acquitrini a est e a ovest diede all’aria un profumo di terra, e Thames Street, pavimentata di fresco dal molo fino a Tower Hill, risuonava de! frastuono dell’attività commerciale. Verso occidente erano ricominciati i lavori sulla cupola della nuova chiesa di San Paolo.

Caroline schivò un gregge di pecore diretto verso il mercato, sentendosi come una che dovesse andare al mattatoio anche lei. Per settimane si era rifiutata di vedere Colin Watson, aveva rifiutato i suoi inviti, e addirittura non aveva nemmeno letto i suoi biglietti. Non sapeva bene perché adesso avesse accettato di incontrarlo, in un piccolo ristorante di Candlewick Street, se non per la persistente sensazione di dovergli qualcosa, quanto meno una semplice spiegazione, prima di ripartire per l’America.

In fin dei conti lui era un militare. Eseguiva degli ordini. Non era Kitchener; non era nemmeno la Marina Reale. Era soltanto un uomo.

Trovò il posto abbastanza facilmente. Il locale aveva arredi in legno stile Tudor. Le finestre a vetri piombati sgocciolavano per l’umidità, e l’interno era riscaldato dal vapore di un enorme samovar d’argento. La clientela era di bassa estrazione, soprattutto operai, quasi tutti maschi. Caroline scrutò attraverso una marea di cappucci di lana finché non individuò Colin a un tavolo sul retro, il colletto della giacca tirato su e il volto allungato che tradiva il nervosismo.

«Bene» disse. «Ci si rivede.» Sollevò il bicchiere in un brindisi un po’ ironico.

Ma Caroline non aveva intenzione di litigare con lui. Si mise a sedere e venne subito al punto. «Voglio che tu lo sappia. Sto per tornare a casa.»

«Ma se sei appena arrivata.»

«Intendo dire a Boston.»

«Boston! È per questo che non hai più voluto vedermi?»

«No.»

«E allora vuoi dirmi almeno perché parti?» Abbassò la voce e spalancò i grandi occhi azzurri. «Caroline, ti prego. Lo so che forse ti ho offeso. Non so come, ma se vuoi che ti chieda scusa, sono disposto a farlo.»

Era più dura di quanto si fosse aspettata. Colin era sconcertato, sinceramente addolorato. Caroline si morse un labbro.

«Tua zia Alice ha saputo di noi, non è così?»

Caroline abbassò la testa. «Non era poi un segreto così ben conservato.»

«Ah. Lo sospettavo. Non credo che Jered avrebbe fatto storie, ma Alice… be’, immagino che fosse arrabbiata.»

«Sì. Ma questo non ha importanza.»

«E allora perché partire?»

«Non mi vogliono più ospitare.»

«Allora vieni a stare da me.»

«Non posso!»

«Non scandalizzarti, Caroline. Non c’è bisogno che viviamo nel peccato, lo sai.»

Buon Dio, tutto a un tratto le stava facendo una proposta di matrimonio! «Lo sai che non posso farlo! Colin… lei me lo ha detto.»

«Ti ha detto cosa?»

Due marinai al tavolo accanto le stavano rivolgendo dei sorrisi allusivi. Lei abbassò la voce per adeguarsi a quella di Colin. «Che tu hai ucciso Guilford.»

Il tenente fece un balzo all’indietro sulla sedia, strabuzzando gli occhi. «Dio onnipotente! Io lo avrei ucciso? Lo ha detto lei?» Sbatté più volte gli occhi. «Ma Caroline, è assurdo!»

«Inviando armi attraverso la Manica. Fucili per i Partigiani.»

Lui abbassò il bicchiere, e sbatté di nuovo gli occhi.



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